Lui & Lei
BLIND/1a parte
di Sofy0000
05.05.2022 |
3.947 |
6
"Non ho mai conosciuto altro modo di essere e fare..."
Mi chiamo Federico. Ho superato i 50 anni.
Mi reputo una persona fortunata, ho più o meno vissuto la vita che avrei voluto, raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato, visitato luoghi che mi hanno affascinato, incontrato persone lungo il mio cammino che hanno sempre lasciato in me qualcosa.
Ho una vita piena, forse troppo occupata dal lavoro, ma in generale mi va bene così.
Questo in poche righe per dirvi chi sono io.
Ma oggi voglio raccontarvi un episodio che in qualche modo ancora oggi, a ripensarci, mi fa sudare un poco e mi fa salire qualche brivido di emozione mista ad eccitazione.
Quelle esperienze che ti segnano, che porterai sempre nel bagaglio dei ricordi.
Nelle relazioni col gentil sesso sono sempre stato attivo, propositivo, tendenzialmente "dominante".
E questa cosa mi è sempre piaciuta. Non l'ho cercata, è semplicemente sempre stato un mio modo di essere e di approcciarmi.
Tutto ciò mi ha sempre dato sicurezza, mi ha sempre fatto sentire in una sorta di comfort zone in cui sapere cosa dire, come muovermi. Dettare i singoli tempi, dalla conoscenza iniziale per proseguire poi nell'eventuale frequentazione.
Non ho mai conosciuto altro modo di essere e fare.
Tutto ciò fino a quel momento appunto. Quando le mie certezze, le mie conoscenze di me stesso hanno vacillato e messo in dubbio parecchio di me.
La vita mi ha fatto incrociare quella di Eva.
Il contatto è avvenuto su un social.
Non sono solito utilizzarli, ma ero a casa per un infortunio alla caviglia e così per spezzare un po' la noia mi sono messo a sfogliare distrattamente profili e profili di donne nella speranza che un dettaglio mi colpisse e mi venisse voglia di iniziare a scambiare due chiacchiere.
Questo accadde per due giorni: qualche contatto, chiacchiere da ascensore le definisco io,ma nulla che realmente mi lasciasse un qualche pensiero o emozione.
Il terzo giorno invece, incrociai il profilo di Eva. Senza foto personali, con una poesia di Pablo Neruda e qualche foto credo scattate da lei stessa, della volta celeste.
Mi colpi' il suo profilo .
Non so spiegare neanche oggi, ma è come se mi fossi sentito attratto da quel profilo.
Ed è così che le scrissi e comincio' la nostra conoscenza.
Mai banale, sempre intelligente e dannatamente eccitante.
Aveva un modo di porsi misto tra l'angelico e l'accattivante.
Un fascino attrattivo che mi portava a volerla sentire spesso.
Si concedeva a volte per ore e ore, poi improvvisamente per due giorni spariva.
E io la desideravo! Quanto la desideravo!
Quel suo modo di fare, posso dire oggi, assolutamente vero e non calcolato, era per me fonte continua di desiderio.
Il suo sparire da un momento all'altro, non mi faceva arrabbiare, anzi, mi creava maggior voglia di lei.
Non avevamo mai parlato della nostra vita privata.
Forse non interessava a nessuno dei due.
Come io sentivo questa attrazione forte verso di lei, sono sicuro che anche lei la avvertisse. Forte, violenta, irrazionale.
Non mi era mai capitato di non "dominare" un rapporto.
Ma con lei era diverso.
Lei decideva, lei dettava i tempi del nostro scrivere, di cosa dire o celare.
Ero come stregato. Mi stavo facendo coinvolgere e trascinare in un qualcosa a me sconosciuto.
Ho spesso avuto donne bellissime che anche la prima sera finivano nel mio letto.
Bellissime scopate. Notti infuocate. Ma sempre secondo i miei tempi e i miei voleri.
Donne di passaggio, che magari vedevo per qualche altra volta e poi mai più.
Eva non l'avevo neanche mai vista in foto! Da non credere.
Ma poco mi importava.
Si era creata una connessione che oltrepassava la semplice visione di un corpo e di un viso.
Ero attratto da lei. Ogni giorno di più.
I suoi discorsi, il suo sapermi intrattenere sempre con argomenti stuzzicanti ed intelligenti, il suo modo sfuggente di agire, la sua soave voce, un fascino innato ...ecco tutto questo stavo vivendo e mi piaceva molto.
Credo di non essermi mai masturbato con così tanta foga e piacere come in quel periodo. Pensando a lei. In continuazione. Di giorno,. O di notte. Pensavo a lei e iniziavo ad eccitarmi.
Cazzo! Peggio di un ragazzino alle prime armi!
In pochi secondi diventavo duro come il marmo. E la voglia irrefrenabile quindi di prenderlo in mano e di assecondare movimenti in su e in giù, lenti e poi veloci.
Chiudevo gli occhi. Era come se sentissi in punta, sulla mia cappella, tutto il calore interno di Eva. Non c'era. Fisicamente. Lì sopra di me. Ma io era come se la sentissi. Venirmi sopra. Infilarsi il mio cazzo in lei e poi assaporare il tutto. Tenevo gli occhi chiusi. Sentivo caldo. Caldissimo. Tutto umido intorno a me. Io che pulsavo sempre più, lei che mi rallentava. Voleva sentire. Ascoltare i tempi giusti.
Il mio cazzo aderiva in tutta la sua larghezza dentro le sue pareti. Eravamo un tutt'uno. Io la riempivo. Lei voleva essere riempita...
Questo è praticamente quello che sentivo ogni qualvolta mi diventava duro al suo pensiero.
Un viaggio sensoriale più che fisico.
L'accarezzarmi, l'andare su e giù con la mano, il respiro lento e profondo che accompagnava il mio piacere, che mi lasciava tutti i muscoli liberi , non aveva come scopo finale un grande orgasmo genitale o una copiosa eiaculazione. No. Il più delle volte mi fermavo prima. Non cercavo l'orgasmo. Era il viaggio che volevo.
Eiaculare è dispersione di energia sessuale. E io non volevo disperdere tutta quella carica energetica dal momento che ero solo.
Un paio di volte invece abbiamo avuto un incontro intimo a distanza. Non ero più totalmente solo.
C'era lei dall'altra parte del telefono.
Difficile trasferirvi e raccontarvi l'esperienza pazzesca provata!
Provata soprattutto nel sentire godere lei!
Cazzo, mi ha mandato alle stelle!
Non ha mai voluto che ci vedessimo in video, voleva costantemente che stessimo al telefono.
Mi piaceva guidarla nell'uso di tutti i suoi giochini.
Ne aveva parecchi, ne avevamo parlato in qualche occasione.
Era arrivato allora il momento di usarli insieme.
Forse per chi non ha mai provato il sesso a distanza, risulterà poco credibile il tutto.
Ma io mi auguro che tutti possano provare un'esperienza del genere.
Totale, appassionata e dannatamente piccante per via di quel suo modo di fare sempre sfuggente, come se essere lì a godere con me o dentro a un supermercato fosse la stessa cosa.
Aveva questa capacità di coinvolgersi con me intimamente, di raggiungere orgasmi esplosivi, una, due, tre, quattro volte, e poi immediatamente dopo mettersi a parlare della visita medica o scappare via per andare al lavoro.
Io invece rimanevo immerso nella situazione, avvolto ancora nel piacere, ad assaporare ancora e ancora ciò che era appena accaduto.
Avevamo tempi decisamente differenti.
O meglio, quello che scappava ero sempre stato io.
Adesso i ruoli erano capovolti.
Non mi ero mai trovato in certe situazioni! Mai!
Ero sorpreso. Ero eccitato. Ero incredulo. Mi sentivo come in mezzo al mare. In un bel mare azzurro. Senza salvagente, senza imbarcazione. In balia delle onde. Consapevole degli eventuali pericoli ma volontariamente impossibilitato a cercare un appiglio, non volevo uscire da quel mare. Fluivo e mi lasciavo trasportare da quelle bellissime e fresche onde.
Sapevo del pericolo, eventuale, non sapevo dove mi avrebbero portato quelle onde, ma mi piaceva il viaggio. Sono rimasto a farmi cullare dal mare.
Un giorno azzardai.
Le inviai una mia foto: ero al mare indossavo un cappello, abbigliamento sportivo casual
Appoggiato ad un muretto.
Bella la foto e il paesaggio intorno a me.
Mi si vedeva. La figura intera, ma non i dettagli del viso(ero troppo lontano). Diciamo che ci si poteva fare un'idea di me nell'insieme, non nei particolari.
Ma avevo necessità di mostrarmi.
Non so perché. Forse perché lei non mi aveva mai chiesto una foto.
Forse perché avevo paura che non le sarei mai potuto piacere dal vivo..oppure inconsciamente speravo che con quel gesto lei avrebbe ricambiato.
Ovviamente lei quasi non dette peso a questo invio e naturalmente non contraccambio'.
Un giorno, all'improvviso, credetemi, leggo sul telefono:
"Ho voglia di incontrarti. Dal vivo. Un incontro al buio. Ho voglia di proseguire la nostra conoscenza. "
Vi giuro che quasi svengo. Del tutto inaspettate quelle parole!
Da un lato l'eccitazione all'idea di incontrarla finalmente!
Forse vi chiederete come mai non l'avevamo fatto prima...
Mi sono dimenticato di dire in effetti che abitavamo in due città diverse e lontane!
Per qualche giorno quindi programmammo questo incontro!
Dopo i primi chiarimenti, in cui lei appunto mi ribadi' la proposta del buio, passammo poi all'organizzazione vera e propria.
Secondo lei *e col senno di poi come non darle ragione* questa nostra amicizia non poteva che non proseguire mettendo in risalto le sensazioni, anche tattili a questo punto, senza che il senso della vista la facesse da padrone.
La vista è veramente dominante. Prepotentemente può andare a discapito degli altri sensi che poi noi avevamo usato. Ecco, lei mi propose di proseguire su quella via e di aggiungere in quell'incontro tatto, gusto e olfatto.
Direi non poco!!! Una volta entrati in quella dimensione/percorso con lei, mi lasciai felicemente guidare.
Ero incuriosito. Sempre più eccitato da quell'essere che neanche avevo mai visto.
Se ero preoccupato? Se volevo vederla in foto prima?
Adesso a ripensarci mi do' del matto ad avere azzardato tanto, ma allora mi importava veramente poco di una sua foto.
Un giorno le inviaii le foto di due diversi hotel nella città che avevamo scelto come punto d'incontro.
Scelsi due bellissimi hotel. Uno modernissimo, l'altro più classico e storico.
Volevo che scegliesse lei.
Volevo che si sentisse tranquilla e in un luogo che la facesse sentire bene.
Scelse la junior suite dell'hotel "classico".
Dalle foto appariva una bellissima camera, con i soffitti affrescati , con un king bed e un grande bagno di taglio ultramoderno in contrasto con gli arredi della camera.
Il programma era dettagliato e il giorno stava per avvicinarsi.
Non mi vergogno di dirvi che ero eccitato come un bambino, che dal giorno in cui ne parlammo il mio pensiero su questo incontro occupava parecchi momenti della mia giornata.
Lei sarebbe partita prima di me.
Entrambi in treno.
Sarebbe arrivata prima lei in hotel.
Preso possesso della camera.
Prese le misure di spazi e distanze. Perché poi ci saremmo dovuti muovere al buio.
Mi fidavo. Continuavo a fidarmi di lei.
E in effetti anche lei si fidava di me.
Il giorno era arrivato!
Come sempre giornata di lavoro intensa.
Ma riuscii a lasciare lo studio tardo pomeriggio.
Volevo arrivare per le 20 massimo e calcolando che ero a 1 ora abbondante di treno, ero in perfetto orario.
Cosa provavo? Cosa pensavo?
Che stavo facendo una cosa mai fatta. Ero curioso a quel punto. Mi ero spinto tanto in là..che non vedevo l'ora di proseguire in questi termini insoliti.
Continuare a dare spazio alle sensazioni, alle percezioni.
Sentire finalmente il profumo di lei.
Sentire la sua pelle. Toccarla. Averla sempre e solo immaginata...
E non vi nego che avevo una voglia matta della sua bocca. Delle sue labbra. Il desiderio di baciarla profondamente e intimamente.
Creando una connessione vera.
Ero eccitato. Confuso. Pensavo a tutto e a niente.
Arrivo in stazione. L'albergo non dista molto. Decido comunque di prendere un taxi.
Faccio l'accettazione. Mi dicono che "la signora è già arrivata ed è in camera".
La camera è la 407.
Le scrivo che sono giù nella hall.
Vi giuro che il cuore ha cominciato a battere più forte.
Prendo l'ascensore. Arrivo di fronte alla camera.
La chiamo al cellulare.
"Sono qui fuori"
Vedo la porta aprirsi leggermente.
Dentro tutto buio!
Mi tira quasi dentro. Chiude subito la porta perché le luci del corridoio non entrassero in camera.
Mi toglie lo zaino che avevo.
E inizia una delle esperienze che mai potrò dimenticare.
Ci abbracciamo. Finalmente!
Ci annusiamo.
Capisco che è un po' più bassa di me.
Capisco che ha i capelli leggermente mossi e alle spalle.
Sento che usa un profumo fresco nonostante sia pieno inverno.
La sua voce dal vivo è ancora più calda e profonda.
La situazione è a mille.
Il fatto di non vederla, cazzo è bellissimo!
Aveva ragione.
Ho fatto benissimo a fidarmi e a seguirla in questo.
Credetemi, non avevo urgenza di fare sesso con lei.
O meglio, certo il desiderio era totale e a volte esplosivo, ma stavo provando qualcosa di magico.
Averla di fronte a me. Scoprire la nostra fisicità con il tatto.
La sentivo un po' più timida di quanto si fosse fino ad allora dimostrata.
Stavamo bene.
La situazione era più che piacevole.
La nostra connessione proseguiva.
La sentivo a suo agio.
Le sue mani cominciarono ad esplorare il mio corpo, il mio viso.
Conoscere attraverso le mani!
Incredibile, una cosa inimmaginabile.
Fantascienza per noi.
Realtà per un non vedente.
Tutto è amplificato.
Attraverso il tatto arrivavano le sensazioni e le immagini.
Ed erano belle immagini
Mi piaceva ciò che "non vedevo".
Eva aveva un corpo non prorompente. Un fisico più atletico che morbido.
Decisamente una persona tonica e in forma.
I lineamenti del viso preannunciavano un viso delicato e molto femminile.
In modo del tutto naturale ci siamo trovati sul grande immenso letto.
Per la prima volta ho avvertito Eva che mi lasciava fare, prendere una decisione.
La decisione fu naturale.
Iniziai a spogliarla.
Volevo sentire il calore del suo corpo. La mia bocca aveva voglia di conoscerla, di assaggiarla.
Avevo voglia di leccarla. Partendo dai piedi per arrivare alla nuca.
Indossava un vestito a manica lunga credo di velluto. Era comunque un tessuto morbido. Piacevole al tatto.
Era allacciato sulla schiena.
Piano piano iniziai a sbottonarlo.
Non era facilissimo perché non vedevo e perché ho le dita grosse.
...ma era terribilmente eccitante farlo.
Continuai a spogliarla. Le scarpe, le calze poi.
L'intimo invece lo lasciai.
Perché cominciò lei a spogliarmi.
E mentre lo faceva, mi baciava.
La sua bocca arrivava nel punto appena scoperto.
Io non so esattamente cosa provasse lei, ma vi assicuro che per me era tutto nuovo. Quello spogliarsi lentamente, quel continuo annusarsi. Baci lenti su corpi da scoprire.
Sentire la sua lingua su di me, sul mio petto, vi assicuro mi faceva impazzire.
Lei mi voleva assaggiare. Questo capivo.
Come giustamente si fa con la bocca quando non si conosce qualcosa. Si assaggia e si spera che piaccia.
Fine 1 parte
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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